La crudeltà ha raggiunto il suo apice in questi campi?
Questa è la domanda che per tutta la giornata di visita al campo di Aushwitz e Birkenau mi frullava tra i pensieri e l’immaginazione.
Purtroppo, era tutto tranne che immaginazion bensì una cruenta realtà.
Durante la visita alla bellissima città di Cracovia, io e Cristel, ci convinciamo di voler visitare questa fetta di storia; raggiungiamo la stazione e in 1 ora di minibus (60 km) arriviamo ad Aushwitz e con una navetta al successivo gate d’accesso di Birkenau.
ARBEIT MACHT FREI
La scritta ci dà il “benvenuto” a Oswiecim , mentre un freddissimo vento soffia contro di noi dall’enorme spianata del campo.
I lunghi binari avanzano nel terreno sconnesso e terminano nel mezzo della piazza principale.
Qui, uomini e donne, venivano ricevuti dalle S.S. per poi esser smistati.
Nel 1940 I primi a varcare i cancelli furono gli abitanti della cittadina di Oswiecim, composta per il 60% da Ebrei e le loro 1200 abitazioni furono abbattute per far spazio ai lavori per la costruzione dei campi.
20 mila persone vennero chiuse in questa prima area.
Nel 1941 i lavori continuarono in modo smisurato a 3 km di distanza.
Birkenau ne fu il progetto finale nel quale si mandarono altre 90 mila persone.
La terza parte nella quale si lavorava la gomma sintetica, Monowitz-Buna, conteneva 11 mila prigionieri.
In pochi mesi le cifre aumentarono a dismisura fino a toccare le 400 mila persone.
Più della metà morirono di freddo e fame.
Dal 1942 tutti gli ebrei, senza distinzioni di sesso ed età, non venivano più marchiati e selezionati ma erano immediatamente trucidati nelle camere a gas con il Cyklon B.
Molti altri venivano giustiziati con la fucilazione davanti al muro della morte nel cortile del famoso blocco 11.
Alla fine del 1944 le autorità tedesche ordinarono di cancellare ogni prova distruggendo ogni edificio utilizzato per i massacri ma il 27 gennaio del 1945 l’Armata Rossa liberò gli ultimi 7 mila prigionieri dimenticati nelle poche case ancora intatte.
Le stime finali parlano di 1 milione di vittime.
“ Quelli che non conoscono la storia son condannati a ripeterla”
Questa frase mi ha spinto a guardare un po’ più lontano della punta del mio naso, andando a respirare quella gelida aria che sferzava nella campagna polacca.
Consiglio a tutti una visita ad almeno un campo per riuscire a meditare i fatti sul terreno vero e proprio e non sui libri che spesso leggiamo.
Purtroppo la quantità di turisti che varcano i cancelli ogni giorno rende difficile la meditazione e il silenzio assoluto, elementi secondo me essenziali in posti come questo.
CONSIGLI:
- Se visitate il sito nei mesi autunnali e invernali, ricordatevi di coprirvi molto bene perché il freddo è più che pungente e il vento soffia incessante.
- Potete visitare il sito in totale autonomia o con le visite guidate ad orari specifici consultabili sul sito internet http://auschwitz.org/en/
- Utilizzate i Minibus che partono frequentemente dalla stazione di Cracovia, con un costo molto economico vi porteranno al gate principale.
Per Info e Suggerimenti contattatemi qui
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