Giordania tra storia, deserto e mare

Per questo breve viaggio ci dedichiamo alla parte meridionale della Giordania.

I luoghi di interesse che offre questa zona, prevalentemente desertica e scarsamente abitata, sono il sito archeologico di Petra (una delle 7 meraviglie del mondo nonché patrimonio dell’UNESCO) e il deserto del Wadi Rum.
Per concederci un po’ di relax dopo due giorni di intense camminate siamo riusciti a far rientrare nel nostro tour anche qualche ora di mare sulle rive del Mar Rosso, nella città di Aqaba.

Il nostro viaggio parte da Israele, dove atterriamo all’aeroporto di Ovda sfruttando delle ottime offerte Ryanair dall’aeroporto di Bergamo.

L’aeroporto è una minuscola struttura circondata dal deserto e dista circa 45 minuti dalla città di Eilat e dal confine con la Giordania dove ci attendono i controlli per il passaggio tra i due paesi.

Qui andiamo in contro ad una serie di intoppi burocratici che ci fanno perdere un po’ di tempo.
Uscire da Israele per andare in Giordania non è poi così difficile, basta leggere bene le indicazioni!
1) Pagare una tassa di uscita (25€ solo contanti indica il cartello esposto).
2) Bisogna ottenere il tagliandino per l’uscita facendo controllare il passaporto agli agenti oppure utilizzando le macchinette automatiche (che non riconoscono Lorenzo perché in foto non aveva la barba).
3) Percorrere a piedi il tratto di strada che separa i due Paesi.

I controlli per entrare in Giordania sono un po’ più accurati e (soprattutto) lenti.
I bagagli vengono passati sotto i raggi X dove vengono controllate le apparecchiature elettroniche e dove ci fermano il drone (nonostante l’autorizzazione scritta ricevuta dal Ministero dell’aviazione), poi, benché la coda non fosse foltissima, l’attesa per ottenere il timbro sul passaporto dura più di un’ora, ma alla fine ce la facciamo!

Eccoci in Giordania!

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Il nostro amico e driver, Audh, ci stava già aspettando nel parcheggio accanto al confine, dove si trovano tantissimi taxisti pronti a catturare il proprio turista.

Per prima cosa ci dirigiamo nel centro di Aqaba dove cambiamo i soldi e ci fermiamo a mangiare un boccone prima di partire verso Wadi Musa.

Il tragitto che separa Aqaba da Wadi Musa dura circa due ore e si divide tra la lunga e rettilinea autostrada del deserto e la più tortuosa Strada dei Re, una delle vie di collegamento più antiche al mondo, citata anche nelle Sacre Scritture.

Guardando fuori dal finestrino il panorama è mozzafiato, siamo circondati dal deserto e dalle sue alte cime rocciose. Mentre la strada corre sotto i nostri piedi la stanchezza prende il sopravvento e tutti e quattro crolliamo concedendoci un lungo pisolino ristoratore. La giornata è ancora lunga!

Arriviamo a Wadi Musa che ormai si è fatto buio e subito corriamo a prendere i biglietti per l’ingresso a Petra by night (sono limitati e si esauriscono in fretta!), poi con calma ci sistemiamo in hotel.

Audh insiste per cenare in sua compagnia, ma il tempo è risicato così ci diamo appuntamento per le 22.30 alla fine del tour di Petra by night. La pancia però brontola, quindi decidiamo di mangiare un boccone veloce in un ristorante a pochi passi dall’entrata del sito, dove i gestori del locale improvvisano una danza tipica.

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Sono le 20.15 e inizia la nostra processione attraverso il Siq.
Sì, sembra una vera e propria processione, almeno all’inizio. Ci viene chiesto di camminare in fila per due e tenere un tono di voce basso per permettere a tutti di godere dell’atmosfera e della suggestione del percorso illuminato dalle migliaia di candele che ogni sera vengono accese per tracciare il sentiero che si districa tra le pareti del canyon.
La fila ben presto si disgrega e il tono di voce non sempre rimane basso, ma la magia non svanisce, anzi. Più ci sia avvicina e più si percepisce la sensazione di essere parte di qualcosa di meraviglioso!

Tra una foto e l’altra ci attardiamo all’interno del canyon e quando arriviamo di fronte al Tesoro la cerimonia è già iniziata, ma non ci siamo persi molto e anche noi facciamo in tempo a sederci per bere una tazza di the e godere delle musiche tradizionali che risuonano tra le alte pareti di arenaria.

Difficile spiegare a parole le sensazioni provate!

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I giochi di luce non durano molto e appena tutto si spegne aumentiamo il passo per arrivare puntuali al nostro appuntamento con Audh, che ci aspetta con il suo pickup e un amico beduino.
Considerando l’ora, avremmo voluto mangiare giusto un dolce, o bere un the, ma loro insistono per farci assaggiare qualcosa di tipico.
Con il pickup iniziamo a dirigerci fuori dalla città a suon di musica araba e risate, ma ben presto iniziamo a chiederci: “dove ci stanno portando?!?”

Dopo circa un quarto d’ora di sali e scendi per una strada completamente buia iniziamo a scorgere delle luci. Sono quelle dei campi beduini che circondano Wadi Musa!

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Parlando con Audh ci spiega che ormai in tutta la zona sono più di 130 gli accampamenti beduini creati per accogliere i turisti. Lui li considera troppo commerciali, per questo, se lo contatterete, vi offrirà l’opportunità di spendere una notte dormendo all’aperto sotto il cielo stellato del deserto!

Arrivati all’accampamento sono ormai le 23.00 e gli occhi si fanno sempre più pesanti, ma ci viene servita un’abbondante cena preparata apposta per noi che non possiamo rifiutare.

L’ospitalità che ci viene riservata è unica. Terminata la cena la stanchezza ha ormai preso il sopravvento e il desiderio di toglierci le scarpe e concederci qualche ora di sonno la fanno da padrona, ma non è ancora finita! Audh e il suo amico beduino ci invitano ad imparare qualche tipico passo di danza, poi ci portano fuori ad ammirare le stelle.

Completamente esausti chiediamo ad Audh di riaccompagnarci in albergo dove finalmente riusciamo a riposare.

La sveglia per la mattina seguente è puntata alle 6.15, ma il sole sorge presto e alle 5.30 veniamo svegliati del richiamo alla preghiera del muezzin.
Come consigliatoci, alle 7.30 siamo davanti all’entrata pronti ad esplorare le rovine della città nabatea.

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Percorriamo nuovamente il Siq che la sera prima era illuminato dalle candele. Ora non ci sono più e la luce delle prime ore del giorno filtra difficilmente tra le alte pareti rocciose.

Passeggiamo con calma e ci concediamo molti scatti approfittando della tranquillità mattutina. Ben presto però veniamo letteralmente assediati da gruppetti di ragazzini del posto che provano a venderci di tutto.

I bimbi diventano sempre più insistenti e ci distraggono dall’arrivo al Tesoro.
Qua la situazione va solo peggiorando: altri ragazzi iniziano a seguirci per venderci oggetti o per proporsi come guide per raggiungere i punti panoramici dove poter ammirare il Tesoro dall’alto.

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Dopo una lunga contrattazione iniziamo l’arrampicata.
Il sentiero è breve, ma non è segnato e in diversi punti bisogna proprio arrampicarsi.
In cima lo spazio è ridotto e spesso molto affollato, ma ne vale la pena. Ci fermiamo qualche minuto con i piedi a penzoloni nel vuoto ad ammirare la facciata del Tesoro illuminata dal sole che si fa sempre più alto nel cielo, poi torniamo indietro per iniziare la nostra visita al sito.

Una volta scesi non riusciamo ancora a muoverci liberamente perché i ragazzini insistono per accompagnarci con gli asini fino al Monastero. Inizialmente rifiutiamo perché intenzionati a muoverci solamente a piedi, ma i circa 5km (compresi i 900 gradini) e il tempo limitato ci fanno desistere e, dopo un’altra lunga contrattazione, saliamo in sella agli asinelli.

La prima parte del percorso è tutta pianeggiante, costeggia le imponenti tombe dei re per poi virare sul lungo viale colonnato in fondo al quale ha inizio la scalinata che taglia in due la collina e arriva al Monastero.

Lungo tutta la scalinata ci imbattiamo in una serie infinita di bancarelle dove donne e bambine ci invitano a fermarci, quando saremo di ritorno, per acquistare un souvenir o una sciarpa colorata.
Le nostre guide ci fanno scendere poco prima dell’arrivo al Monastero e qui incontriamo un bimbo piccolissimo che ci viene incontro con un fantastico sorriso e si mette in posa con il nostro cappellino Guirri Tour.

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Proseguiamo verso il Monastero. È quasi mezzogiorno, il sole è alto, ma l’aria in cima alla collina è fresca. Ci fermiamo sui divanetti dell’area ristoro a sorseggiare un succo mentre ammiriamo l’imponente facciata di questo capolavoro artistico che, incastonato tra le rocce della montagna, si conserva intatto in tutta la sua bellezza da più di 2000 anni.

Desiderosi di ammirare il panorama a 360° raggiungiamo il punto più elevato del sito da dove, nelle giornate più limpide, si arriva a scorgere anche il confine con Israele.

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L’appuntamento con il nostro autista è per le 16 fuori dall’hotel, iniziamo quindi con tutta calma la nostra passeggiata di ritorno verso il Siq, fermandoci in continuazione ad osservare i resti della città o per fare qualche acquisto alle bancarelle.

Arriviamo puntuali al nostro incontro e carichiamo gli zaini in macchina per dirigerci verso il deserto. Prima di lasciare Wadi Musa ci fermiamo in una pasticceria locale dove facciamo il pieno di dolcetti tipici che sgranocchiamo mentre ci dirigiamo verso il Wadi Rum.

Quando arriviamo al Visitor Center il sole è ormai tramontato. Salutiamo il nostro autista e saltiamo sul pickup che ci porterà al villaggio beduino dove ci attendono per la cena.

Il passaggio dalla strada asfaltata alla sabbia del deserto è un vero e proprio salto nel buio, nessuna luce ad indicare il sentiero, solo le tracce degli pneumatici di chi è passato prima di noi ci dicono dove stiamo andando. Arriviamo alla nostra tenda, ma non abbiamo il tempo di sistemarci perché siamo in ritardo per la cena. I beduini attendono tutti per spiegare come il cibo è stato cucinato e farci assistere all’estrazione da sotto la sabbia delle vivande lasciate a cuocere per più di tre ore.

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Dopo cena ci viene offerto il the intorno al falò mentre i beduini improvvisano i loro canti. L’atmosfera è molto suggestiva, il cielo stellato sembra uno spazio infinito e più si rimane col naso all’insù più sembrano spuntare nuove stelle e il cielo diventare bianco.

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Il mattino seguente appena svegli ci rendiamo conto della vastità del deserto che ci circonda.
Dopo un’abbondante colazione saltiamo sul retro del nostro pickup e iniziamo il tour di tre ore nel deserto. La prima tappa ci porta a surfare su una ripida duna di sabbia. Il divertimento è assicurato, ma il sole cocente e gli scarponcini che affondano nella sabbia rendono la risalita una vera sfida!

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Dopo aver bevuto una tazza di the offertaci dai beduini proseguiamo addentrandoci in un canyon dove si conservano tutt’oggi incisioni nabatee e iscrizioni in arabo.

La nostra ultima tappa è il Lawrence’s spring. Uno dei pochi posti nel Wadi Rum dove è presente una fonte d’acqua che permette la vita della timida vegetazione che cresce tra le rocce franate della montagna.

Si narra che qui, durante la Prima Guerra Mondiale, l’ufficiale inglese T. E. Lawrence (noto come Lawrence d’Arabia) organizzò il campo base dal quale diresse la rivolta araba contro l’Impero Ottomano, che portò alla nascita del Regno di Giordania.

Prima di lasciare definitivamente il deserto ci concediamo ancora un ultimo salto all’indietro nel tempo visitando le rovine di un piccolo tempio nabateo da poco rinvenuto nella zona.

Il nostro tour nel deserto è terminato. Si va al mare!

Ripercorriamo l’autostrada verso Aqaba, ma invece di dirigerci verso il centro città ci spostiamo nella zona turistica. Lungo tutto il litorale sorgono numerosi hotel e villaggi turistici, ma la zona non è affollata e tra un gruppo di strutture e l’altro passano diverse centinaia di metri. Vicino al nostro hotel non sembrano esserci attrazioni turistiche al di fuori dei noleggi per le attrezzature da sub.

Decidiamo di noleggiare maschera e boccaglio, ma i ragazzi del noleggio ci convincono a fare un’immersione con le bombole. Ci forniscono tutto il materiale e sono attentissimi nello spiegare le procedure per un’immersione sicura.

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Il vento è forte e l’acqua non è certo calda, ma la vista della barriera corallina e la moltitudine di pesci colorati che accompagnano l’immersione fanno presto dimenticare il freddo!

All’uscita dall’acqua ci viene subito offerto del the caldo per riscaldarci e rimaniamo sulla spiaggia in attesa del tramonto.

È sabato e molte famiglie hanno approfittato della bella giornata per restare in spiaggia fino a tardi. Il lungomare è ben organizzato: ci sono ombrelloni, postazioni per il barbecue, bar e giochi per bambini. Purtroppo però l’incuria per l’ambiente la fa da padrona.
Sia sulla spiaggia che in acqua abbiamo trovato molta spazzatura di cui nessuno sembra curarsi. Proprio di questo parliamo con Eman, una simpaticissima signora di Aqaba che, mentre ci offre il the, ci spiega dispiaciuta che l’attenzione alla conservazione dell’ambiente non è ancora un tema molto sentito dagli abitanti della zona.
Ci intratteniamo con la famiglia di Eman per più di un’ora mentre ammiriamo il sole scendere dietro le montagne dell’Egitto sull’altra sponda del golfo. Che spettacolo!

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La nostra breve vacanza ricca di incontri e avventure sta per terminare. L’ennesima sveglia all’alba ci catapulta al confine dove non incontriamo molta gente e riusciamo velocemente a recuperare il drone e a ottenere il visto d’uscita.
Più difficoltoso è invece il passaggio in Israele. Sia in entrata che in uscita i controlli sono molto attenti e ci vengono poste numerose domande.
Consiglio: calcolate di arrivare con largo anticipo ai controlli e armatevi di tanta pazienza!

Da questa breve avventura in terra giordana ricorderemo per sempre l’estrema accoglienza di questo popolo, nettamente contrapposto al “modus vivendi” degli israeliani, che si son dimostrati molto freddi e burberi.

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Consigli Pratici:

  • Bus da Ovda Airport al Crossing Border: acquistabile solo sul sito internet della compagnia.
  • Drone per uso non commerciale: in Israele nessun problema, nel confine con la Giordania lo trattengono fino alla vostra uscita dal paese.
  • Tenete con voi il foglio che vi rilasciano al confine, e fatelo timbrare all’ingresso di Petra.
  • A Petra fa fresco! Si trova a 1200 metri di altitudine.
  • Jordan pass: se avete intenzione di visitare solo Petra (tour di giorno) e state in Giordania almeno 2-3 notti. La card non è consigliata, perché il prezzo reale supera le spese che sosterrete.
  • Petra By Night non inclusa nel Jordan pass e costa 17 Jd. Comprate il biglietto al visitor center o nei negozi vicini appena arrivate a Wadi Musa.
  • Salire con l’asinello fino al monastero è stata la spesa migliore di tutta la vacanza! 30 minuti di percorso contro tanta fatica e tantissimi gradini ripidi.
  • Evitate di acquistare acqua e cibo nei negozi del sito archeologico perché hanno prezzi folli.
  • Spesso i villaggi beduini del Wadi rum non hanno Wifi.
  • Antistaminico per chi non sopporta la polvere presente nelle tende dei camp del deserto!
  • I controlli di sicurezza all’aeroporto di Ovda (Israele) sono spietati! Fiscalissimi e vi ruberanno circa 75 minuti.
  • A me han fatto un sacco di problemi per alcuni timbri sul passaporto. (Marocco ed EAU)
  • CONTRATTATE SEMPRE!

Per altri informazioni contattateci cliccando qui.

A breve il video dell’avventura sul nostro canale YouTube.

Buon viaggio amici!

Articolo scritto da: Giulia e Lorenzo

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